UN GIORNO DA LEONI
di John Porter
La storia narrata qui da John Porter prende il suo drammatico avvio proprio da quello che sarà il suo toccante epilogo, quando da spettatore scioccato e incredulo stava guardando da lontano l’alpinista britannico Alex MacIntyre che, colpito mortalmente alla testa da un sasso poco più grande di un pugno, stava precipitando lungo i 400 metri del couloir dell’Annapurna, dove stava effettuando un altro dei suoi clamorosi tentativi. Perdeva la sua vita così, un giovane alpinista che, come si potrà vedere nel prosieguo del libro, a soli 28 anni aveva già raggiunto l’apice dell’eccellenza e della fama nell’ambito dell’alpinismo mondiale. Attraverso la storia di questo grande alpinista, di cui era stato amico e compagno di tante imprese, l’autore non si ferma a tracciare la biografia di un personaggio che è già entrato nel cuore di chi legge per la sua repentina e immatura scomparsa, ma fornisce un quadro interessante dell’alpinismo inglese, e non solo, di quel periodo.
Si ritorna al tempo degli anni ‘70 e ’80, quando praticamente nasceva in Inghilterra l’alpinismo leggero e veloce, di cui certamente Alex MacIntyre è stato protagonista, come rilevato dallo stesso Reinhold Messner, che lo aveva descritto quale “l’esponente più puro dello stile leggero in Himalaya”. Pur se Alex si ritrova nel libro come un ricorrente e suggestivo leitmotiv, le numerose vicende e i vivaci aneddoti che arricchiscono il volume possono essere letti non solo per un’appagante curiosità, ma più ancora per replicas relogios entrare in un mondo che molti non hanno ami conosciuto o non ricordano più, nel quale, come Alex, altri alpinisti ne condividevano l’ideale di un ritorno all’alpinismo puro, da applicare sulle più alte montagne del mondo.
Ne risulta una lettura che riesce a far rivolgere all’alpinismo lo sguardo con cuore più appassionato.